Sto diventando fatalista: c'è un destino predeterminato che decide come vanno le cose, cioè, non è che le decide, le cose vanno così punto, e tu non puoi farci niente. Puoi farci qualcosa, ma il destino già lo sapeva, è per questo che l'hai fatta. A volte sono talmente certo che sto per fare una cosa, che mi permetto di non farla. E succede lo stesso. Fame saziata senza mangiare, sonno recuperato senza dormire. Il fatto, o il fato, è che mi sento sempre più un pezzo degli scacchi, so come muovermi (se sono il pedone mi muovo di un passo in avanti, se voglio far secco qualcuno lo faccio con un passetto in diagonale come uno sgambetto; eccomi alfiere e taglio, per quanta distanza voglio, se mi è concesso dagli avversari, la scacchiera da un angolo all'altro; o eseguo strane traiettorie a L, verticale o orizzontale, se sono un cavallo) ma non sono io a muovermi. è il destino scacchista; e il suo disegno non mi è per niente chiaro. Ma la scacchiera ha tremato e il tavolino si è spostato di 14 cm. E chissà, lo scacchista è caduto dalla sedia. Stavo diventando fatalista.
L
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